mercoledì 11 luglio 2012

Laura Benzoni

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La mia esperienza teatrale , è cominciata più di  otto anni fa. Ero solo una bambina, infatti, quando per la prima volta sono rimasta affascinata da Delia e dai suoi spettacoli. Mi è sempre piaciuto cantare e ballare , e quella mi è sembrata un ‘ottima occasione anche per fare nuove amicizie. Così, con un paio di amiche, ho deciso di provare e ho scoperto che sul palco , non saliva la Laura bruttina e insicura, ma portavo in scena una parte diversa di me ogni volta. Da allora non ho più smesso di fare spettacoli, anche se, come allora continuo  ad essere timida ( Fortunatamente, una volta salita sul palco, la passione e la grinta prevalgono sulle paure) Nel corso dei miei primi anni ,  si è formato un vero e proprio gruppo con il quale ho condiviso parecchi spettacoli, e nonostante io sia una dei pochi “superstiti” le emozioni e le amicizie vissute con quel gruppo , restano impresse nella memoria ( e , ahimè, in svariate videocassette) A mio avviso, la cosa più bella del fare teatro è che i gruppi sono composti da persone di ogni tipo: stranieri, italiani, non credenti, giovani, adulti, persone fantastiche  che ci permettono di confrontarci con altre realtà. Per questo motivo io continuo  a fare teatro: perché ogni persona che ho conosciuto mi ha lasciato qualcosa che resterà sempre nei miei ricordi. So già che Delia si pentirà di avermi chiesto di scrivere “ due righe”, eppure lo sa che non ho il dono della sintesi! Già che ci sono colgo l’occasione per dirle grazie ( chissà che magari  lodandola cominci a pagarci) per questi anni di amicizia e perché nonostante i litigi e le critiche, continua a seguire il suo cuore e prosegue questa  attività. Per concludere  ( se no mi sgridano), a chi non ha mai provato dico di tentare, perché tra copioni, risate e improvvisazioni si impara a stare con gli altri e a  conoscere qualità di noi stessi che non sappiamo di possedere. E poi , dopo le fatiche della preparazione non c’è emozione più bella che sentire l’applauso del pubblico!! 
E finché ci sarà  anche solo UNO spettatore che  sorrida o si emozioni, allora varrà sempre la pena di far teatro!

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