mercoledì 11 luglio 2012

Olivo

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Forza venite gente è un “titolo” che richiama in me ricordi della mia adolescenza, quando insieme alla compagnia di scavezzacollo dei miei amici, guidati dall’intraprendente  suor Ida mettemmo in scena quella che per me è stata una delle esperienze teatrali più divertenti tra quelle vissute in quel periodo. Eravamo all’inizio degli anni ’80 e l’età era quella della spensieratezza, della voglia di stare insieme. Ogni pretesto, ogni iniziativa era buona per trascorrere il tempo con gli amici e devo dire che se guardo i miei compagni di avventura attuali le cose non sono cambiate.
Forse memore dei dolci ricordi di quel periodo, forse per dare sfogo all’eterno adolescente che è rimasto in me non ho esitato un secondo quando mia sorella Delia (anche lei presente su quel palco quali trent’anni fa)  mi ha proposto di darle una mano in questa avventura; forse più la seconda ipotesi visto che già in precedenza Delia mi aveva “catturato” in altri spettacoli.
Aldilà di queste considerazioni che fanno molto di “crisi di mezza età” (come dice mia moglie) e richiamano molto i concetti dei film di Pieraccioni (l’eterno ragazzo che tutti noi vorremmo essere ecc ecc) devo dire che il tema di San Francesco ha sempre affascinato anche uno come me che nei canoni tradizionali della chiesa non ha mai riposto particolare interesse. Ma Francesco è veramente speciale, una figura che ha saputo trasmettere nei secoli quello che la chiesa dovrebbe essere e rappresentare, molto lontano dall’immagine di ricchezza, di abbondanza e per certi aspetti di potere che la stessa esprime e non certamente da adesso. Sarà quella che qualcuno ha chiamato “sindrome da musical” (e che a quanto pare ha colpito in modo fortissimo mia sorella Delia),  sarà la voglia di tornare per qualche ora “giovane, fatto sta che la messa in scena di “forza venite gente” e il condividere con i ragazzi della compagnia teatrale (potrebbero essere tutti miei figli e qualcuno forse anche mio nipote!!!!) le emozioni e la spensieratezza delle serate dedicate allo spettacolo mi hanno sinceramente molto divertito ed offerto la possibilità di rivivere sia pure in parte e da persona adulta le sensazioni di quei lontani momenti dove Ettore era San Francesco, Raffaele era il diavolo, Gualtiero era frate Leone ecce cc.
E devo dire che Damiano, Cristina, Edoardo, Laura e tutti gli altri della compagnia non hanno assolutamente nulla da invidiare ai miei lontani compagni di avventura degli anni ’80; anzi, allora noi avevamo almeno il teatro dove provare ed esibirci, adesso non abbiamo manco quello, (l’unica compagnia teatrale senza teatro).
Quindi ragazzi, complimenti a tutto lo staff, a mia sorella Delia che è la vera anima della compagnia (c’è da chiedersi come sia possibile che questi ragazzi facciano fatica a trovare il posto dove esibirsi a casa loro!!!) e, forza ragazzi, sotto con il prossimo.
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